June 19, 2008


Dipingo scene inesistenti
su ragnatele di tele ingiallite dal cieco tempo.
Non mi limito a tracciarne i contorni.
Sfumo gli acquerelli
come se i colori sgorgassero dalle mie stesse dita,
immerse nell'acqua della mia anima
dove immobili galleggiano frutti scuri.
Suonava la canzone della carne
e hai sussurrato alla mia mente:
"Uccidile. Uccidile tutte, Delizia."
Pensavo mi spingessi alla misericordia,
ma svendevo inconsapevole la mia grazia.
Il primo tratto a carboncino
dell'unico frammento di razionalità rimasta
riconosce le piccole gocce di oscurità
che danzano sulla marea che tace.
Perle nere di lacrime antiche, abbandonate.
Cristalli insolubili di senno perduto.
Intingo le dita-pennello nell'anima liquida
mentre l'ombra di velluto mi osserva, viva.
E accade solo lì, nella serena follia dei colori,
nell'istante che si ferma e dilata.
Delirio ricorda di essere stata un tempo Delizia.




1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Ciao bella: I just returned from Paspardo, Valcamonica, for the archeology fieldwork. I did the 3D scanning of the rock art surface. Talk to you soon. Cai, ycai@cmu.edu

Saturday, August 09, 2008 3:35:00 pm  

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